La Rai è contro le cure domiciliari

La Verità – Mauro Bazzucchi, 4 set 2021

Sui social toni esasperati nella polemica tra il giornalista a capo della task force che ha il compito di smascherare le fake news sul Covid e i favorevoli alle terapie precoci

Nell’epoca di quella che è stata definita “infodemia”, alla tentazione del sensazionalismo e della superficialità difficilmente si resiste. Ciò vale per tutti i pulpiti anche per quelli che teoricamente sarebbero obbligati ad usare un certo grado di rigore e di sobrietà. Da qualche giorno c’è una polemica che sta andando avanti via social (con tanto di appuntamenti in tribunale e presunte minacce di morte, poi rettificate) tra alcuni esponenti del comitato Cure domiciliari e il giornalista di RaiNews Gerardo D’Amico, posto da Viale Mazzini a capo della task force che ha il compito di smascherare le fake news e gli apprendisti stregoni che tentano di lucrare attorno al coronavirus. Secondo il racconto di quest’ultimo, esito di un’inchiesta in incognito nel quale si era tinto un paziente (o una paziente donna, cosa ancora non chiarita) in cerca di una cura domiciliare anti Covid, sarebbe stato il contatto col dottor milanese Andrea Stramezzi, in realtà odontoiatra milanese, che gli avrebbe fornito una ricetta composta da un mix di medicinali senza mai averlo visitato. Quando D’Amico ha reso pubblica la storia, c’è stato l’inevitabile scontro con alcuni esponenti del comitati per le cure domiciliari, che avrebbero invitato i propri follower a «bombardare» i profili social del cronista, oltre a minacciarlo genericamente di «sistemarlo».  Una minaccia che inizialmente è stata rilanciata dai siti come minaccia di morte, poi rettificata (non si sa bene se dal diretto interessato o dai titolisti) e declassata a semplice minaccia di azioni giudiziarie da parte dell’avvocato Erich Grimaldi, Presidente del Comitato.

Ma aldilà delle schermaglie e dall’esasperazione dei toni, manca in tutta questa storia l’approfondimento su un dato fondamentale: le cure domiciliari e/o precoci contengono il contagio e servono a contrastare la malattia?

Alcuni dati, soprattutto quelli relativi alla regione Piemonte (dove i nuovi protocolli anti Covid che comprendono le cure domiciliari precoci sono già stati adottati), inducono a pensare di sì, visto che la curva si tiene ben lontana dai livelli di guardia. Poi c’è il fatto che nelle nuove linee guida messe a punto dalle autorità sanitarie e approvate dal governo, alcune istanze dei comitati per le cure domiciliari sono state accolte.

Noi raccogliamo medici di tutta Italia che dal marzo del 2020 si sono associati, spiega Valentina Rigano, portavoce del comitato Cura domiciliare, e si confrontano con i colleghi di tutto il mondo scambiandosi una grande mole di letteratura scientifica, per cercate di trovare una possibile terapia precoce. Prima cioè che la malattia degeneri nella seconda fase della polmonite interstiziale per la quale è inevitabile il ricovero.  Faccio presente, prosegue, che la nostra attività è iniziata quando ancora il vaccino non esisteva e quindi è scorretta l’associazione tra noi e i no vax. Noi pensiamo che il vaccino serva, poi se qualcuno si avvicina a noi per trovare una alternativa al vaccino, non è cosa che ci riguarda. Nella prima fase della pandemia abbiamo sopperito a una totale mancanza della medicina di base, ora chiediamo al governo e alle Regioni che ci facciano fare uno studio sui medicinali e sulle terapie.

Tornando alla polemica con RaiNews, Rigano, premettendo che «uno scivolone o un’esasperazione dei toni può capitare a chiunque”‘, tiene a puntualizzare in conclusione un elemento non secondario nella vicenda: «Stramezzi non fa più parte del comitato. Era con noi all’inizio, ma ci sono stati da parte del Consiglio scientifico dei rilievi sul fatto che lui non stesse seguendo le linee guida e pertanto è stato allontanato.

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